Per capirne l'esatta origine c'è la videoelettroencefalografia
di Lucia Munna
Apnea, convulsioni e svenimenti sono manifestazioni che destano nei genitori una allarmata preoccupazione, tale da convincerli a ricorrere immediatamente al pronto soccorso più vicino: temono una crisi epilettica. In base ai sintomi, talvolta equivoci, non è sempre facile una diagnosi certa. Ma in aiuto degli specialisti oggi interviene la videoelettroencefalografia.
"Il ricorso alla strumentazione", spiega Giuseppe Capovilla, primario di Neuropsichiatria infantile all'Ospedale Poma di Mantova, "è fondamentale nello studio delle manifestazioni parossistiche (cioè a comparsa improvvisa e in genere di breve durata) ricorrenti. Serve a capirne la natura. A volte le manifestazioni cliniche sono molto evidenti e ben interpretabili: improvvisa perdita di coscienza accompagnata da scosse degli arti, bava alla bocca, cianosi al volto, ecc. Ma, soprattutto nel bimbo fino a tre anni, sono descritte manifestazioni parossistiche non epilettiche che comportano una brusca modificazione del comportamento (interruzione della coscienza, sguardo fisso, pallore o cianosi, apnea) che possono assumere carattere spettacolare e non di rado assomigliano molto alle crisi epilettiche. Nella stessa età, d'altro canto, possono capitare anche crisi epilettiche a manifestazione minima di difficile riconoscimento".
La video-EEG permette di individuare la natura di questi episodi parossistici, differenziandoli. Stabilita la natura epilettica, l'apparecchiatura consente un corretto inquadramento diagnostico dei vari tipi di epilessia e, quindi, una scelta terapeutica ottimale.
"La possibilità di ripetere l'esame a breve offre anche l'opportunità di monitorarne l'efficacia nel tempo", precisa Giovanni Crichiutti, pediatra della Clinica pediatrica Universitaria di S. Maria della Misericordia a Udine. "E non è tutto. Nei casi di epilessia farmaco-resistente, la registrazione degli episodi critici rende possibile una attenta disamina dei sintomi clinici per scoprire, anche attraverso la correlazione con la scarica EEG, la zona dalla quale partono le crisi. Ciò è particolarmente utile nella prospettiva di un approccio chirurgico. Infatti, tanto più è precisa l'individuazione dell'area da cui le crisi hanno origine, più aumentano le probabilità di successo dell'intervento".
di Lucia Munna
Apnea, convulsioni e svenimenti sono manifestazioni che destano nei genitori una allarmata preoccupazione, tale da convincerli a ricorrere immediatamente al pronto soccorso più vicino: temono una crisi epilettica. In base ai sintomi, talvolta equivoci, non è sempre facile una diagnosi certa. Ma in aiuto degli specialisti oggi interviene la videoelettroencefalografia.
"Il ricorso alla strumentazione", spiega Giuseppe Capovilla, primario di Neuropsichiatria infantile all'Ospedale Poma di Mantova, "è fondamentale nello studio delle manifestazioni parossistiche (cioè a comparsa improvvisa e in genere di breve durata) ricorrenti. Serve a capirne la natura. A volte le manifestazioni cliniche sono molto evidenti e ben interpretabili: improvvisa perdita di coscienza accompagnata da scosse degli arti, bava alla bocca, cianosi al volto, ecc. Ma, soprattutto nel bimbo fino a tre anni, sono descritte manifestazioni parossistiche non epilettiche che comportano una brusca modificazione del comportamento (interruzione della coscienza, sguardo fisso, pallore o cianosi, apnea) che possono assumere carattere spettacolare e non di rado assomigliano molto alle crisi epilettiche. Nella stessa età, d'altro canto, possono capitare anche crisi epilettiche a manifestazione minima di difficile riconoscimento".
La video-EEG permette di individuare la natura di questi episodi parossistici, differenziandoli. Stabilita la natura epilettica, l'apparecchiatura consente un corretto inquadramento diagnostico dei vari tipi di epilessia e, quindi, una scelta terapeutica ottimale.
"La possibilità di ripetere l'esame a breve offre anche l'opportunità di monitorarne l'efficacia nel tempo", precisa Giovanni Crichiutti, pediatra della Clinica pediatrica Universitaria di S. Maria della Misericordia a Udine. "E non è tutto. Nei casi di epilessia farmaco-resistente, la registrazione degli episodi critici rende possibile una attenta disamina dei sintomi clinici per scoprire, anche attraverso la correlazione con la scarica EEG, la zona dalla quale partono le crisi. Ciò è particolarmente utile nella prospettiva di un approccio chirurgico. Infatti, tanto più è precisa l'individuazione dell'area da cui le crisi hanno origine, più aumentano le probabilità di successo dell'intervento".